L’Ultima Cena in chiave contemporanea
Nel commemorare Leonardo Da Vinci, la giovane pittrice Elisabetta Mastro ripropone una sua versione dell’Ultima Cena. Nella rivisitazione in chiave contemporanea del Cenacolo, in occasione di Leonardo500, che identificano il celebre quadro rappresentato all’interno di un convento nei pressi della chiesa di Santa Maria delle Grazie e, nello specifico, del progetto voluto dalla giovane artista, intitolato: Memoriae2019

Elisabetta Mastro si è cimentata, secondo il suo personale modo di intendere la pittura, a ricreare le stesse atmosfere psicologiche e gli stessi ambiti spaziali, ma facendo risaltare modalità espressive diverse:

le figure del Cristo e degli Apostoli sono riprodotte, ognuna in figura intera, come se danzassero; rispecchiano poi la stessa collocazione spaziale dell’opera originale, fino alla base del tavolo intorno cui sono posizionati, ma invece di essere seduti, sembrano dare vita a una coreografia vivacemente rielaborata, stando appunto tutti in piedi. Le emozioni e le sensazioni che la sorprendente vivacità del dipinto murario fanno affiorare in chi lo osserva, concentrando lo sguardo sull’insieme delle sagome delle figure composte ma possenti, fuoriescono dal dipinto con una grazia e una prepotenza al contempo delicate ed energiche, non solo attraverso la verticalizzazione delle diverse posture dinamiche di quei manichini anonimi, così pieni di prorompente energia vitale, ma anche attraverso i colori, che, ricamando con incisiva evidenza tutta la corposità sensoriale del dipinto murario, si rivelano come gli stessi del celebre dipinto originario, ma riproposti in una tonalità ancora più vibrante e luminosa, quasi esplosiva.
Inoltre, anche la stanza, che si offre come spazio scenografico per la metafora della danza degli Apostoli e del Cristo nell’atto di desinare, è rivisitata, secondo l’ottica della giovane artista, in modo da focalizzare tutta la luce, che si espande nel dipinto partendo dalla finestra centrale, collocata al di sopra del capo del Cristo, come l’unica fonte luminosa iridescente, esternando ed esprimendo così il significato metafisico del Cristo in mezzo agli Apostoli, tutti raffigurati in una cornice coreografica animatamente cesellata, carica di esuberanti inflessioni emozionali, anche drammatici.

AGNESE CREMASCHI

Leonardo500 MEMORIAE2019

L’Ultima Cena